TESTATA
ADALBERTO LIBERA
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Adalberto Libera, lezione alla facoltà di Architettura di Roma negli anni '60, foto Centre Pompidou

 


I documenti in mostra sono il frutto di un’ampia selezione dai fondi conservati dal Centre Pompidou e dall’Archivio Centrale dello Stato. Si tratta delle due raccolte più consistenti di disegni e elaborati originali di Libera, che sono presenti anche in altri fondi pubblici e privati italiani: presso il Museo d’Arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto, presso la famiglia Libera e negli archivi delle amministrazioni comunali e degli enti committenti. L’iniziativa potrà così costituire il presupposto per una presentazione completa dell’intero corpus dei materiali e consentire una nuova lettura critica della attività progettuale e di ricerca.

Acquisito nel 1996 dal Centre Pompidou per la collezione di architettura del Musée national d’art moderne, l’archivio Libera ritorna per la prima volta in Italia in occasione delle manifestazioni per il centenario della nascita e viene esposto a Roma insieme ai documenti conservati dall’Archivio Centrale dello Stato.

L’archivio privato, conservato presso il Museo nazionale d’arte moderna del Centre Pompidou, riguarda tutta la sua attività lavorativa: documenti e progetti che vanno dagli anni venti con i concorsi e i grandi incarichi pubblici, ai programmi della ricostruzione, fino agli anni sessanta. La documentazione è composta da schizzi e disegni architettonici, tempere, manoscritti e da tirature fotografiche originali.

I materiali dell’Archivio Centrale dello Stato provengono dall’Archivio dell’Ente EUR e sono relativi ai progetti per l’E42, dall’Archivio di Gaetano Minnucci e da altri fondi. Documentano la realizzazione delle opere con fonti prevalentemente legate alla committenza e alle diverse fasi esecutive e di cantiere. Rappresentano una visione esterna dell’operato di Libera, mediante il punto di vista di professionisti, artisti ed istituzioni coinvolte in vario modo nelle vicende architettoniche di quegli anni.

L’esposizione risulta così articolata in due sezioni nelle quali i documenti, già distinti per provenienza, sono disposti in rigoroso ordine cronologico. La selezione è stata effettuata in funzione di una lettura sintetica per progetto e per tipo di documentazione: schizzi di studio, disegni architettonici, fotografie d’epoca, corrispondenza, altri documenti autografi o dattiloscritti.

Completano la mostra i plastici del MART- Museo d’Arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto, e alcuni filmati.
Il primo “Adalberto Libera. Il migliore sono io” è stato realizzato appositamente per la mostra: fotografie e riprese cinematografiche d’epoca, tratte dalle teche RAI e dall’archivio dell’Istituto LUCE, sostenute dalla voce narrante di Adalberto Libera e affiancate alle immagini che mostrano l’attuale stato dei luoghi.
L’altro documenta la presenza delle architetture di Libera nel grande cinema d’autore, da Godard a Bertolucci, alla Cavani e a Pasolini.

I materiali esposti nel loro insieme mostrano non solo la ricchezza e l’interesse ma anche le potenzialità di lettura dell’opera di Libera e del suo contesto culturale, che possono derivare da una conoscenza diretta dei documenti e del complesso intreccio di relazioni che li lega alle vicende architettoniche e alle opere realizzate. L’archivio è proposto come base per l' elaborazione storica e per un operante laboratorio di ricerca, la cui sostanza è costituita appunto dalle possibilità di interpretazione del dato documentario.
L’iniziativa concretizza un impegno comune per la raccolta, conservazione e valorizzazione degli archivi di architettura che vede affiancati la DARC, nella prospettiva del nascente Museo nazionale di architettura, e l’Archivio Centrale dello Stato, che tradizionalmente raccoglie le principali documentazioni dello Stato Italiano. Ciò permette la diffusione e conoscenza di un importante patrimonio pubblico che rappresenta un aspetto di grande interesse della cultura e della storia italiana.

Come sempre le mostre di architettura alludono alle opere realizzate: in questo caso Roma è luogo privilegiato dell’opera realizzata di Libera. Per richiamare l’interesse del pubblico su questa importante opportunità di “vedere” direttamente gli esiti architettonici della sua ricerca, apprezzandone la qualità, la DARC propone tre itinerari tematici che percorrono i luoghi delle sue costruzioni, presentati nella Guida breve alla mostra e nella sezione “Libera e Roma” di questo sito.
L’Archivio Centrale dello Stato pubblica per l’occasione un’edizione critica dei disegni e dei documenti fotografici dal titolo ”Adalberto Libera nelle carte dell’Archivio Centrale dello Stato”.

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