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IL MUSEO NAZIONALE DI ARCHITETTURA
UNA NUOVA ISTITUZIONE
La realizzazione del Museo di architettura nel Centro nazionale per le arti contemporanee di Roma intende rispondere alla carenza tutta italiana di un' istituzione nazionale dedicata alla promozione della cultura architettonica e urbanistica. In tutti i paesi del mondo sono infatti presenti musei che lavorano su questi temi, in modo esclusivo o con sezioni dedicate nell'ambito di una missione più ampia.
In Italia esiste una tradizione di conservazione di disegni di architettura (si pensi alle due istituzioni ultracentenarie del Gabinetto delle stampe degli Uffizi e dell'Accademia di San Luca, oltre all'amministrazione archivistica diffusa nel territorio) e il nascente museo tiene conto di questa peculiarità, che vede istituti pubblici e privati operare in specifiche realtà istituzionali e locali, ma solo occasionalmente in modo coordinato.
La ricchezza del patrimonio documentario esistente e la pluralità dei soggetti coinvolti - soprintendenze, archivi di stato, università, fondazioni, ordini professionali - permette di prefigurare un'istituzione nazionale con compiti diretti e di coordinamento delle attività di documentazione, conservazione e valorizzazione dell'architettura moderna e contemporanea italiana.
La presenza di una sede nazionale potrà facilitare il dialogo con gli istituti esistenti, sviluppando attività sinergiche tra le istituzioni impegnate nel settore attraverso una rete di luoghi e di relazioni (anche virtuali). Le potenzialità dell'informatizzazione, già in stato di avanzata sperimentazione per gli archivi di architettura, e il collegamento tra le diverse istituzioni operato dall' Amministrazione archivistica e dall'Associazione nazionale AAA/Italia sono oggi l'antecedente concreto di questa possibilità, in campo sia pubblico che privato.

Per approfondire:
http://archivi.beniculturali.it/SARM/Architetti/princip.htm

I SETTORI DI ATTIVITÀ

Il Museo nazionale di architettura opera in due settori di attività, distinti seppure fortemente intersecati, e finalizzati a due obiettivi principali:
1. rispondere alla domanda di conoscenza del pubblico sulla ricerca architettonica contemporanea e sui temi della costruzione della città, del paesaggio e dell'ambiente;
2. colmare l'assenza di un'istituzione nazionale dedita allo studio, alla documentazione, alla conservazione e alla valorizzazione del patrimonio documentario inerente all'architettura e all'urbanistica (centro di documentazione sull'architettura)
La formula del Centro di documentazione - luogo di conservazione ma anche, e soprattutto, di consultazione dei materiali di architettura e urbanistica che costituiscono il nucleo patrimoniale del Museo - trova conferma nell'esperienza internazionale dei musei di architettura, che sono sempre caratterizzati, nella diversità delle missioni e delle dimensioni fisiche, dalla presenza della funzione di documentazione, in forma centralizzata o come nodo di una rete informativa più ampia.Il nucleo patrimoniale è composto non solo da materiali originali provenienti dagli archivi di architetti e urbanisti del novecento, ma anche da materiali tematici, come ad esempio i progetti e i documenti dei concorsi di architettura promossi dal Ministero e da altre strutture pubbliche.
Dal 2001 la DARC ha avviato una politica volta ad acquisire archivi di architetti italiani di rilievo internazionale, anche attraverso il deposito temporaneo e la donazione. Il Museo conserva inoltre il patrimonio dei progetti relativi a concorsi di progettazione promossi dal Ministero stesso e dei materiali monografici tematici derivanti dalla missione istituzionale di promozione dell'architettura e urbanistica contemporanea o prodotti nell'ambito delle diverse attività museali: esposizioni temporanee, convegni, conferenze, laboratori progettuali e sperimentazioni in loco. Un primo nucleo patrimoniale è costituito infatti dai 15 progetti selezionati nel concorso internazionale di progettazione del Centro stesso cui si sono aggiunti, nel dicembre 2001, due archivi di assoluto rilievo internazionale: l'archivio completo di Carlo Scarpa e l'archivio personale di Aldo Rossi.

L'ARCHIVIO DI CARLO SCARPA
L'archivio di Carlo Scarpa comprende il corpus unitario dell'opera tecnica del grande architetto: vi sono conservati quasi tutti i suoi progetti, a volte corredati da foto e arricchiti da disegni a colori firmati, per una consistenza di 31.400 documenti. Ad essi si aggiungono oggetti artistici e di sperimentazione di materiali e di forme (vasi, ciotole, ingranaggi, maniglie) e parte della biblioteca professionale. L'acquisizione è il risultato di una lunga trattativa con il figlio dell'architetto, Tobia Scarpa, che dopo aver ricevuto una ben più ricca offerta da una fondazione americana, ha preferito il Museo Nazionale di Architettura di Roma per conservare e promuovere la memoria del padre.
L'ARCHIVIO DI ALDO ROSSI

L'archivio di Aldo Rossi comprende oltre 1000 pezzi tra disegni firmati, composizioni, copie acquerellate di progetti, bozzetti, incisioni, audio e video cassette, quaderni di appunti e anche 11 plastici, come quello della ricostruzione del Teatro Carlo Felice di Genova. I materiali acquisiti - la parte più privata e artistica della sua produzione - erano conservati dai figli a Milano, mentre l'archivio tecnico di gran parte della sua attività è invece conservato a New York presso lo studio del suo socio Morris Adjmi.

 

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